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Cimitero, compravendita illecita di loculi: 10 condanne

Il caso nel 2015 aveva portato a numerose perquisizioni e sequestri da parte delle fiamme gialle. A farlo emergere, una famiglia che nel 2012 trovò la propria cappella “passata di mano” senza averci rinunciato

Il caso della compravendita loculi nel Cimitero Monumentale di Poggioreale emerse nel giugno del 2015, portando la Guardia di Finanza ad eseguire perquisizioni e sequestri. Il processo in primo grado si è concluso ieri: il Tribunale ha accolto le richieste della titolare dell'indagine coordinata dal procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli, Ludovica Giugni.

Dieci le condanne contenute nella sentenza, con pene che vanno da un anno di reclusione a sei. Nella vicenda, sono coinvolti dipendenti comunali e titolari di agenzie funebri, accusati a vario titolo dei reati di falso, truffa e associazione per delinquere. Sei anni di reclusione, la pena più alta, è stata inflitta ad un notaio che era già stato sospeso nel 2015 per sei mesi dalla sua attività.

Vendita illegale di loculi e cappelle, l'inchiesta

L'inchiesta partì nel 2012. Una famiglia, tornata a Napoli dopo anni, trovò la propria cappella ristrutturata e con tanto di cancello all'ingresso: le salme dei propri cari erano state portate vie. Da lì la denuncia alle autorità. Le cappelle non possono essere vendute, ma i titolari possono rinunciarvi informando il Comune perché possa procedere a una nuova assegnazione. Situazione ben diversa da quella che secondo gli inquirenti si era verificata: il notaio aveva redatto atti falsi per favorire una compravendita illecita.

Per gli investigatori, c'era una rete di informatori – tra cui dipendenti del Comune – i quali segnalavano cappelle e loculi che difficilmente sarebbero stati reclamati dai discendenti dei defunti.

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